Era il mese di Novembre dell’anno 1994 ed io ero a Merano (BZ) per svolgere il mio servizio di leva obbligatoria presso il Battaglione Alpini Edolo, Compagnia Comando e Servizi, Plotone Comando, Squadra Maggiorità, Ufficio NED (Nucleo Elaborazione Dati). Eh si, avete capito bene, anche li facevo l’informatico.

Come ho detto era il 1994 e quindi l’hardware a disposizione non era granchè. Le macchine più aggiornate erano dei 486 DX ma il grosso erano degli M24 con il solo floppy. In realtà il Maresciallo Conti, responsabile dell’ufficio, ci aveva visto lungo e quasi tutti i pc, essendo la rete una Novell, avevano schede di rete equipaggiate di boot eprom, in grado cioè di poter avviarsi e caricare il sistema operativo direttamente dal Server Novell. In queste condizioni l’assenza di disco non era un problema.

Quando arrivai al Battaglione mi resi conto che i server non erano sotto continuità e quindi ad ogni caduta di corrente, frequenti soprattutto durante la notte, i server cadevano miseramente. Sicchè, scartata l’idea di avere a breve
gruppi di continuità, mi proposi di assumere l’incarico di spegnitore ed accenditore di server.

Qualunque fosse il mio incarico giornaliero o notturno (Capo Posto, Caporale di Giornata, PAO) la sera alle 22.00 andavo a spegnere tutto e la mattina, prima dell’adunata, andavo a riaccendere tutto.

Arrivata la notizia dell’alluvione andai dall’allora Vice Comandante di Battaglione il Tenente Colonnello Willibald Shenk (Zio Cannellone ti Ficco Dentro) e chiesi di essere aggregato ad un reparto in partenza per le zone colpite del Piemonte per poter dare una mano. La risposta fu ovviamente negativa.

Le notizie riguardanti la mia città erano confortanti, a casa mia si allagò la cantina ma nessun danno rilevante. Altre zone di Torino invece erano sotto l’acqua. Basti pensare in Corso Potenza dove oggi sorge il Lidl. Ricordo il muro sfondato e il getto d’acqua irruente che ne fuoriusciva.

Tra le mie mansioni, essendo il responsabile delle operazioni informatiche di incorporamento, vi era l’allestimento dele postazioni, la disposizione del cavo di rete (RG58) e la verifica del funzionamento in rete; a questo si aggiungeva un piccolo benefit che era rappresentato dall’andare una volta ogni due mesi circa a Padova (all’allora Comando Regione Militare Nord Est) ritirare un tabulato alto come due dizionari Zanichelli contenente l’elenco completo delle reclute che sarebbero giunte al Battaglione per l’intero contingente (3 mesi).
Lo stesso tabulato lo scaricavamo via sotrim ma per sicurezza andavo a recuperare il cartaceo, ovviamente si trattava di una gita a Padova, 3 ore di treno ad andare e 3 a tornare ma il compenso era un bel giro per il centro storico di Padova, soprattutto in zona universitaria.
Mi recavo subito al comando, ritiravo il plico e, dopo un bel giro per Padova, ripartivo alla volta di Merano arrivando non prima delle 20.00.

Una sera, arrivando da Padova, passando dal Corpo di Guardia per avvisare del mio arrivo fuori orario nonchè del fatto che sarei passato in Maggiorità a depositare il plico venni inviato a rapporto dall’Aiutante Maggiore con urgenza.

La cosa mi preoccupò non poco poichè sapevo che l’aiutante maggiore, a quell’ora, non era il caso di disturbarlo ed il fatto che fosse lui in ufficio ad aspettare me mi mise in agitazione.

In abiti civili mi precipitai su per le scale della Palazzina Comando e mi portai subito a rapporto dal Capitano Poesini il quale, molto gentilmente ma in maniera decisa, mi disse :”Caporale Lombisani, so che la sera vengono spenti i server, ho bisogno che li riaccenda immediatamente e si metta a mia disposizione per l’estrazione di dati relativi ai nostri soldati.”. Io lo guardai e gli chiesi cosa avremmo dovuto estrarre, io non ero abilitato a tutti i dati, e lui mi rispose : “Dobbiamo estrarre i nominativi di tutti militari provenienti dal Piemonte poichè gli spetta una licenza straordinaria di 7 giorni”.

A quel punto mi calmai e, sopraffatto dall’idea di una straordinaria, risposi al Capitano : “Nessun problema Sig, Capitano, i server sono già accesi ma comunque i Piemontesi al Battaglione sono 7 e precisamente io … “. Eravamo talmente pochi che sapevo i nomi a memoria. Li scrissi su di un foglio di carta (anche se poi feci una verifica dalla quale venne fuori un nuovo nominativo che non conoscevo.

Ebbi la mia licenza, anche se effettivamente non subii danni di una certa rilevanza, ma l’idea tornare a casa qualche giorno compensava il senso di colpa latente.

Soprattutto mi sentii fortemente in colpa nei confronti di un mio pari grado dell’ufficio informazioni il quale aveva casa a bagno ma non in Piemonte bensì in provincia di Pavia, e per lui, che ne aveva necessità, non vi fu licenza.

Oggi, ripensando agli eventi che portarono all’alluvione del 1994, mi è tornato in mente questo episodio che unisce gli Alpini alla Protezione Civile, probabilmente vi era un disegno che io ancora non ero in grado di leggere.
E’ come se mi avessero consegnato le tessere di un puzzle che mi sarei trovato ricomporre solo anni e anni dopo. Ne sono passati 18.

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